Disturbi temporo mandibolari: cosa si “nasconde” dietro le cefalee e le emicranie

A gennaio di quest’anno, secondo un articolo dell’Ansa, l’emicrania era la terza patologia per frequenza e seconda per disabilità e colpisce quasi il 12% della popolazione, in particolare donne.

Viso, parte superiore del collo e testa sono le aree interessate dalle emicranie che, in alcuni casi, vengono considerate a tutti gli effetti un sintomo dei disturbi temporo mandibolari.

Oggi ci occuperemo di:

  • classificare le diverse tipologie di cefalee;
  • descrivere meglio le principali caratteristiche dell’articolazione ATM;
  • studiare il legame tra le nevralgie del trigemino e disturbi ATM.

Come vengono classificate le cefalee

Le cefalee vengono classificate in primarie e secondarie.

CEFALEE DI TIPO TENSIVO O PRIMARIO

Le cefalee primarie o tensive vengono identificate nel gergo quotidiano come mal di testa comune. In base alla frequenza con cui si verificano gli episodi si parla di:

  • cefalee in forma episodica: quando la frequenza degli episodi è inferiore ai 15 giorni/mese;
  • cefalee in forma cronica: quando la frequenza degli episodi è superiore ai 15 giorni/mese.

 

Tra i sintomi delle cefalee tensive non ci sono vomito o nausee ma:

  • contrazione dei muscoli del collo
  • contrazione dei muscoli delle spalle
  • tensioni
  • affaticamenti
  • forte sensibilità a suoni e luci

In queste circostanze molti pazienti traggono beneficio dall’attività fisica e si dimostrano particolarmente sensibili a fattori organici o funzionali (masticatori, muscolari, osteoarticolari, uso smoderato di farmaci) che favoriscono la comparsa delle cefalee tensive.

Nel gruppo delle cefalee primarie rientra anche l’emicrania.

CEFALEE DA DISORDINI TEMPORO MANDIBOLARI

Le cefalee associate ai disturbi temporo mandibolari rientrano nella tipologia di cefalee secondarie ed interessano i muscoli e le strutture coinvolte nella masticazione. Tra le cause scatenanti delle cefalee da disordini temporo mandibolari troviamo:
  • scarsa o eccessiva mobilità dell’articolazione;
  • disfunzione muscolare a livello di: muscoli masticatori, sotto – ioidei e del rachide cervicale superiore.
  Le cefalee di secondo tipo sono molto frequenti tra la popolazione femminile e, solitamente, peggiorano in situazioni di stress, disordini cervicali e disturbi del sonno.

Approfondiamo il concetto di DTM, disordine temporo mandibolari

I disturbi ATM sono legati sia alle emicranie che alle cefalee e possono presentarsi in concomitanza generando un peggioramento generale delle condizioni del paziente oppure come patologie primarie quando, in numerose circostanze, vengono confusi con le emicranie.

In un paziente affetto da cefalea da disordine temporo-mandibolare è possibile riscontrare problematiche importanti a livello dell’articolazione della mandibola che svolge numerose funzioni: ventilazione, masticazione, deglutizione e fonazione.

La mobilità dell’articolazione ATM è dunque elevata ed essendo la mandibola un osso sospeso, alla costate ricerca di equilibrio, viene trovata spesso in disfunzione.

I disturbi ATM si manifestano nei pazienti attraverso:

  • difficoltà e limitazioni funzionali;
  • rumori articolari;
  • dolori articolari che si irradiano nella zona del viso e della testa.

 
In particolare, i dolori alla testa e alla zona del viso sono veicolati da un nervo chiamato trigemino, principale responsabile della sensibilità e della percezione del dolore in queste zone.

NERVO TRIGEMINO E DISTURBI ATM: PERCHÉ SONO COLLEGATI

Dal nervo trigemino partono moltissimi input neurologici che arrivano al cervello, essendo questo caratterizzato da tre ramificazioni differenti che arrivano rispettivamente nella zona oftalmica, mascellare e mandibolare.

In particolare:

  1. il nervo oftalmico interessa la zona del cuoi capelluto, della fronte e della parte anteriore della testa;
  2. il nervo mascellare interessa la parte superiore della mascella e del labbro, la guancia, i denti, il lato del naso e le gengive;
  3. il nervo mandibolare interessa l’articolazione ATM ovvero la parte bassa della mandibola, i denti, le gengive e la parte inferiore del labbro.


Una buona funzionalità dell’articolazione temporo mandibolare riduce la probabilità di problemi posturali, di cefalee ed emicranie croniche.

Tuttavia, quando l’intero sistema smette di funzionare correttamente perché il nervo trigemino si infiamma compaiono numeri sintomi come orecchie ovattate, emicranie, cefalee tensive, dolori all’articolazione della mandibola e molto altro.

Un’articolazione temporo mandibolare squilibrata ha effetti su numerose zone del collo e della testa e rappresenta la principale causa delle nevralgie del trigemino appena descritte.

In tutte queste circostanze l’obiettivo della terapia è quello di sciogliere le tensioni in modo da rilassare i muscoli coinvolti nella masticazione e ridurre il dolore al trigemino.

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