Un Approfondimento sulle Differenze tra Apnea Ostruttiva e Ipopnea
Il riposo notturno è un pilastro fondamentale del nostro benessere psicofisico.
Quando il sonno viene disturbato da problemi respiratori notturni si possono verificare delle conseguenze sulla qualità della vita, la salute e la sicurezza quotidiana.
Tra i disturbi del sonno più diffusi e clinicamente rilevanti si annoverano le apnee e le ipopnee notturne, due condizioni spesso confuse ma che, sebbene simili nella loro natura, presentano differenze sostanziali.
Comprendere appieno la distinzione tra apnea ostruttiva del sonno e ipopnea è cruciale per una diagnosi accurata e un trattamento efficace.
Abbiamo creato questa guida per consentire a coloro che soffrono di disturbi respiratori durante il sonno di riconoscere eventuali campanelli di allarme e, di conseguenza, rivolgersi allo specialista giusto per intraprendere il percorso diagnostico corretto.
Ci occuperemo dunque di descrivere nel dettaglio le caratteristiche delle due condizioni, le rispettive cause e sintomi e, infine, le opzioni terapeutiche.
Rivediamo velocemente che cos'è la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS)
Alle cause e ai rimedi della sindrome da apnee ostruttive del sonno abbiamo dedicato già un articolo, dunque cercheremo di fare una panoramica veloce sull’argomento.
→ clicca e leggi la news su come vengono classificate le apnee notturne e quali sono le cause ed i percorsi terapeutici previsti
La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) è una patologia cronica e progressiva caratterizzata da ripetuti episodi di ostruzione, completa o parziale, delle vie aeree superiori durante il sonno.
A causa del rilassamento muscolare che avviene durante il sonno i tessuti molli della gola (lingua e palato molle) collassano, bloccando fisicamente il passaggio dell’aria.
Un episodio di apnea, infatti, è definito come un’interruzione completa del flusso respiratorio per almeno 10 secondi: questa interruzione porta a una riduzione drastica dei livelli di ossigeno nel sangue e a un aumento dell’anidride carbonica.
Il cervello, in risposta a questa “soffocazione” notturna, invia un segnale di allarme che causa un micro-risveglio del tutto inconscio per il paziente: i muscoli della gola si contraggono e la persona riprende a respirare, spesso con un forte russare o un “sbuffo” rumoroso.
Questo ciclo si ripete innumerevoli volte per notte, frammentando il sonno e impedendo il raggiungimento delle fasi di riposo più profonde e ristoratrici.
I sintomi tipici dell’OSAS includono:
- russamento forte e cronico;
- sonnolenza diurna eccessiva;
- risvegli con sensazione di soffocamento;
- mal di testa mattutino a causa della scarsa ossigenazione del cervello durante la notte;
- nicturia;
- irritabilità e disturbi dell’umore.
Che cos’è l’ipopnea e perché diversa dall’apnea
L’ipopnea è una condizione strettamente correlata all’apnea, ma si distingue da questa per la sua natura.
Mentre l’apnea implica un blocco completo del flusso d’aria, l’ipopnea consiste in una riduzione parziale del flusso respiratorio: l’aria passa ma non nella quantità che permette l’ossigenazione adeguata del corpo.
Questa diminuzione, solitamente tra il 30% e il 50%, deve durare anch’essa per almeno 10 secondi ed essere associata a una desaturazione dell’ossigeno nel sangue (di almeno il 3% o 4%) o a un micro-risveglio).
Anche in questo caso, il cervello reagisce al calo di ossigeno provocando un risveglio temporaneo per ripristinare una respirazione normale. Questo meccanismo di difesa, pur essenziale per la sopravvivenza, ha lo stesso effetto dannoso delle apnee: frammentare il sonno e compromettere il riposo.
Differenze tra apnea e ipopnea
- apnea: ostruzione completa
- ipopnea: ostruzione parziale
Indice di apnea o ipopnea (AHI)
- lieve: AHI tra 5 e 15 episodi per ora
- moderata: AHI tra 15 e 30 episodi per ora
- grave: AHI superiore a 30 episodi per ora
Apnee e ipopnee ostruttive del sonno: diagnosi e trattamenti
La diagnosi di apnee e ipopnee ostruttive del sonno si basa su un’attenta valutazione clinica dei sintomi e su esami strumentali specifici.
Il test da eseguire è la polisonnografia, che può essere eseguita in un laboratorio del sonno o a domicilio del paziente.
Questo esame consente di monitorare vari parametri fisiologici durante la notte (il flusso d’aria, i livelli di ossigeno nel sangue, i movimenti toracici e addominali, la frequenza cardiaca e l’attività cerebrale), di identificare e quantificare gli episodi di apnea e ipopnea.
Una volta confermata la diagnosi, il trattamento di prima scelta per l’OSAS da moderata a grave è la terapia con CPAP (Continuous Positive Airway Pressure).
Questo dispositivo, tramite una maschera indossata durante il sonno, eroga un flusso d’aria a pressione positiva che mantiene aperte le vie aeree, prevenendo il collasso e, di conseguenza, le apnee e le ipopnee.
Per i casi più lievi o in pazienti che non tollerano la CPAP, esistono alternative come gli avanzatori mandibolari, dispositivi odontoiatrici che mantengono la mandibola in avanti per allargare lo spazio delle vie aeree, o la chirurgia, che può essere presa in considerazione in casi selezionati per rimuovere o modificare i tessuti ostruenti.