Ossigeno Terapia Iperbarica, cosa trattare e con quali risultati

Nella Casa di cura Domus Medica di San Marino sono operative 3 camere iperbariche per il trattamento con Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI).

Lo standard assistenziale comporta la presenza del medico responsabile OTI per tutta la durata della terapia OTI , all’interno della camera un infermiere professionale con un rapporto infermiere/paziente di 1 /7 e all’esterno l il tecnico di camera iperbarica . Tutti i pazienti prima dell’accesso alla camera iperbarica vengono valutati dal medico OTI per stabilire l’idoneità al trattamento in ambiente iperbarico.

Dal 2019 al 2021 sono stati trattati 442 pazienti con l’attivazione di 2374 sedute e complessive 12.222 prestazioni, in regime di convenzione con AUSL Romagna , ISS S. Marino e privati.

Patologie trattate , compatibili con quanto indicato dalle linee guida SIMSI 2007 aggiornate al 2015:

  • Ortopedia (algodistrofia, osteonecrosi, esiti di traumi ossei, osteomieliti, sindromi compartimentali);
  • Otorinolaringoiatria (ipoacusie improvvise);
  • Lesioni difficili (ulcerative) postraumatiche, da esiti di ustione, postattiniche o da complicanze oncologiche, da vascolopatia arteriosa /venosa e da diabete;
  • altro tipo: paradontopatie, retinite pigmentosa, trombosi retinica , fibromialgia, autismo.


Il numero di sedute (posologia) nelle varie patologie viene gestito basandosi sulle indicazioni delle L.G. SIMSI/SIAARTI e sulla scorta di verifiche cliniche durante il singolo trattamento per meglio valutare l’evoluzione della sintomatologia individuale e la durata del ciclo OTI.

Per una più corretta valutazione della gravità iniziale e degli esiti, utilizziamo classificazioni e score di gravità riconosciuti dalla letteratura come:

  • Budapest per le algodistrofie.
  • FICAT e Aglietti per le osteonecrosi testa femore o altre sedi.
  • Riduzione di oltre 30DB per le ipoacusie.
  • Area delle lesioni difficili di varia origine, valutazione della gravità ed evoluzione attraverso Push Tool.
  • Scala di Valutazione Numerica del dolore (NRS).


Infine analizziamo se il tempo intercorso fra diagnosi e inizio OTI (Latenza) può influire sull’esito del trattamento OTI.

Nelle tabelle sottostanti vengono riportati i risultati ottenuti, nelle patologie numericamente più rilevanti, al termine del trattamento OTI nei casi trattati dal 2019 al 2021

Osteonecrosi

L’osteonecrosi (detta anche necrosi avascolare), è una lesione ossea dovuta ad una compromissione dell’apporto di sangue sino a determinare un vero e proprio infarto del midollo e del tessuto osseo.

Puo’ essere determinata da un trauma, da alcuni farmaci come il cortisone, trombosi ed embolia, radioterapia, abuso di alcool, neoplasie, ma può anche essere idiopatica cioè non legata a cause evidenti.

Colpisce prevalentemente le articolazioni dell’anca, delle ginocchia e della spalla o le sedi di un eventuale trauma.

L’osteonecrosi non traumatica solitamente colpisce più gli uomini che le donne, si verifica principalmente in pazienti di età compresa tra 30 e 50 anni.

I pazienti con osteonecrosi presentano una sintomatologia dolorosa tale da limitare drasticamente l’autonomia motoria.

Algodistrofia

L’algodistrofia è una malattia che esordisce con un dolore spesso intrattabile localizzato a livello degli arti spesso resistente ai comuni antidolorifici.

In alcuni casi può essere conseguente ad un evento traumatico, ma la gravità del dolore e l’andamento della malattia non sono in ogni caso correlati alla gravità del trauma originario.

I sintomi sono spesso collocati nella sfera sensitiva, vasomotoria, sudomotoria e motorio-funzionale in assenza di una interpretazione diagnostica alternativa.

La malattia è caratterizzata da dolore spesso urente associato frequentemente a tumefazione, impotenza funzionale, alterazioni del trofismo cutaneo e segni d’instabilità della componente vasomotoria.

Il dolore è il sintomo dominante di questa malattia e può essere percepito anche in seguito ad uno stimolo normalmente non doloroso (allodinia) o in modo sproporzionato allo stimolo stesso (iperalgesia), spesso aggravato dal carico o dalla mobilizzazione e può essere presente anche durante il riposo notturno.

Lesioni Difficili

Lesioni della cute che hanno una guarigione molto lenta o tendono a non guarire attraverso le normali fasi dell’infiammazione, proliferazione e rimodellamento.

Sono anche chiamate “ferite difficili” o “ulcere cutanee croniche”.

Sono lesioni, spesso molto dolorose ed hanno la propensione a recidivare.

La formazione di una lesione cronica ulcerata della cute è legata ad una grave alterazione del’ossigenazione tessutale che può coinvolgere vari strati della cute, soprattutto degli arti inferiori, fino ad arrivare a interessare la muscolatura sottostante.

La maggior parte delle lesioni ulcerative croniche cutanee è costituito da ulcere da pressione (dette anche ulcere da decubito), ulcere venose/arteriose e ulcere del piede nel soggetto diabetico.

Possono inoltre essere dovute a traumi, sequele di ustioni, malattie immunologiche, dermatologiche, neurologiche, neoplasie.

Si localizzano più frequentemente negli arti inferiori in quanto più soggetti ad alterazioni del sistema circolatorio, più facilmente interessati da traumi, da deformazioni dovute all’artrosi e per lo scarso spessore della cute nel segmento distale della gamba.

Ipoacusia Improvvisa

L’ipoacusia improvvisa è la perdita improvvisa di udito, è quasi sempre unilaterale e con un range di gravità da lieve a profonda.

E’ spesso accompagnata da acufeni (sensazione acustica, in alcuni casi particolarmente fastidiosa, avvertita anche se nessuna sorgente esterna l’ha generata avvertita sotto forma di fischi, ronzii, fruscii, sibili e altri innumerevoli suoni) e vertigine, o entrambi.

Nella maggior parte dei casi si tratta di casi idiopatici in cui non è facilmente identificabile la causa. Possono essere dovute ad infezioni virali (in particolare da virus herpes simplex), attacchi autoimmuni e occlusione microvascolare acuta.

Solo in alcuni casi può essere ricondotta a traumi, ampie variazioni della pressione ambientale ( immersione in mare ), farmaci ototossici, neurinoma dell’acustico, sclerosi multipla, sindrome di Ménière, o un piccolo ictus cerebellare.

Effetti collaterali da OTI

Tutti i casi giunti alla nostra osservazione erano già stati trattati precedentemente con terapie farmacologiche: cortisonici e mannitolo nelle ipoacusie; antinfiammatori, antidolorifici, spasmolitici, antibiotici, antidepressivi e terapie fisiche (fisioterapia, TECAR, magnetoterapia, ozono terapia, agopuntura, Laser terapia), con scarsi risultati.

Nelle patologie di origine ortopedica, algodistrofia, osteonecrosi, osteomilite,esiti di traumi complessi, sindromi compartimentali. L’OTI ha determinato un miglioramento spesso associato ad una completa guarigione, documentata dall’esame strumentale (RMN) di riferimento. Il dolore è il sintomo dominante presente in tutte le patologie ortopediche spesso aggravato dal carico o dalla mobilizzazione e può essere presente anche durante il riposo notturno. Il dolore e le lesioni osteoarticolari comportano una notevole impotenza funzionale associata a modificazioni posturali di difesa che possono determinare una lesione osteoarticolare aggiuntiva.

In più del 90% dei casi la scomparsa o netta riduzione del dolore e la soluzione del quadro infiammatorio distrettuale hanno determinato il recupero dell’autonomia motoria con conseguente miglioramento della qualità di vita e di relazione.

Nelle ipoacusie improvvise il recupero della percezione uditiva si è associato alla scomparsa o netta riduzione degli acufeni.

Infine nelle lesioni difficili il miglioramento e la guarigione completa si è avuta nelle quasi totalità dei casi.
In tutte le patologie trattate la latenza (intervallo fra diagnosi e OTI) sembra essere un elemento determinante nell’insuccesso della terapia.

Gli effetti collaterali principali dell’OTI sono legati a:

  • Iperossia (elevate concentrazioni di ossigeno);
  • Barotrauma legato all’Iperbarismo ( pressurizzazione interna alla camere superiore a quella ambientale).


Non si sono avuti effetti collaterali legati sia alla concentrazione di ossigeno sia alla pressione in tutti i casi trattati, Nei pazienti con malattie metaboliche come il diabete il monitoraggio del livello glicemico pre e post trattamento ha evitato crisi ipoglicemiche durante OTI. Adeguate precauzioni, durante le manovre di compressione e decompressione, e valutazioni estemporanee con otoscopia hanno evitato lesioni timpaniche. Nessuna seduta è stata interrotta per insorgere di effetti collaterali non controllabili.

  • HBO2 in snake envenomation (atrox albinus rattlesnake):a case report in human Vincenzo Zanon et all 6 CMI – Domus Medica, Diving & Hyperbaric Medicine Unit (DHMU), Acquaviva, San Marino.
  • Oxidative Stress and Inflammation, MicroRNA, and Hemoglobin Variations after Administration of Oxygen at Different Pressures and Concentrations: A Randomized Trial Gerardo Bosco et all, Int. J. Environ. Res. Public Health 2021, 18, 9755 ….performed at the physiology laboratories of the University of Padova Italy and at the Domus Medica hyperbaric facility in San Marino (San Marino Republic).
  • A case of Hyperbaric Oxygen Therapy and A-PRF pre-treated Implants in Severe Periodontitis Tommaso Antonio Giacon et all , Department of Biomedical Sciences, University of Padova; (2) Domus Medica, Repubblica di San Marino; (3) Clinic of Plastic Reconstructive and Aesthetic Surgery, Padova University Hospital; (4)TEAM Health Research Institute.
  • RESEARCH ARTICLE Effect of mild hyperbaric oxygen therapy on children diagnosed with autism Alex Rizzato et all UHM 2018, VOL. 45, NO. 6 – AUTISM AND HYPERBARIC OXYGEN.
  • Partecipa all’attività formativa dell’Università di SM (Invicted Speaker Master in Medicina Geriatrica Università san Marino).
  • Partecipazione con lezioni dedicate alla formazione degli specializzandi della Scuola di specializzazione in Anestesia e Rianimazione ( Torino )

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